LE OPERE E I GIORNI DE “LA FORMICA”

Maria e Mauro

BOLIVIA ….. tante testimonianze - Prima parte - Seconda parte -

Padre Francesco ci ha invitati ad andare in Bolivia per il suo insediamento nella Diocesi di Camiri come Vicario Apostolico. In quella Diocesi boliviana è iniziata la sua “avventura missionaria”, nel 1975, e dopo due anni di permanenza a Trinidad (dove fu nominato Vescovo), il 20 ottobre u.s. ha ufficialmente preso possesso della cattedra di Camiri.
L’invito è stato raccolto e Don Giovanni, Rosanna Faellini  (missionaria laica originaria di Greve che è stata quasi 10 anni in Bolivia), Lucia e Antonio, Luciana e Aleandro (suoi cugini) e noi Mauro e Maria, siamo partiti. La nostra “avventura” è iniziata domenica 11 ottobre, alle 13,30, con il ritrovo del gruppo dietro la chiesa, e dopo aver “imbarcato” anche Rosanna sul pulmino della parrocchia, l’aria della Bolivia è entrata tra noi insieme ai suoi ricordi.
Ad attenderci a Santa Cruz c’era Padre Francesco con Felix, suo segretario, e due suore Missionarie Francescane, suor Francesca e M. Gabriella. Il giorno successivo, mercoledì, siamo partiti alla volta di Camiri e durante i 400 Km di strada che separano le due città, la realtà della Bolivia, o meglio della regione del Chaco boliviano,  ci è apparsa in modo repentino.
Nessuno del gruppo, ad eccezione di Rosanna, era stato in Bolivia e tutto era novità … le mucche scheletriche e le capre che mangiavano l’erba sul ciglio della strada, gli alberi privi di foglie che contrastavano stranamente con le calde temperature, le misere case di fango lungo la strada, i cartelli stradali che annunciavano paesi che a fatica si individuavano in mezzo alla campagna, i bambini venditori ambulanti di povere cose e “sconosciuti” alimenti, i bazar  improvvisati ai punti di sosta dove si poteva comprare un po’ di tutto, anche le “foglie di coca”,  … e poi ecco le prime case di Camiri e la residenza di Padre Francesco dove siamo stati ospitati.
La simpatia, la cordialità, lo straordinario senso di accoglienza di Padre Francesco e il suo travolgente dinamismo ci hanno coinvolto, inaspettatamente, fin dalle prime ore del nostro soggiorno. Ci siamo subito resi conto che, benchè quella fosse una delle settimane più importanti della sua vita, non si sarebbe dimenticato di noi neppure per un momento: gli incontri ufficiali con il Nunzio Apostolico, con i Vescovi della Conferenza Episcopale boliviana, con i Comandanti del corpo militare del Chaco, con le autorità cittadine e del Governo, ci hanno visto partecipi e si alternavano con i lavori quotidiani di preparazione dei pasti, della pulizia della casa, della sistemazione dei suoi paramenti, facendoci sentire parte attiva e importante della sua  Missione.  Ogni momento lo ha condiviso con noi, non lasciandoci semplici spettatori di una festa, ma facendoci assaporare la gioia di essere, grazie anche alla presenza di Don Giovanni, rappresentanti di una comunità che, seppure lontana migliaia di chilometri, da trent’anni lo accompagna e lo sostiene nella sua opera, nell’unità di fede e in condivisione con il popolo boliviano.
Padre Francesco ci ha accompagnato per le strade polverose del Chaco a visitare alcune parrocchie e paesi in cui è stato parroco e che da ora in poi ora guiderà pastoralmente quale Vescovo.  Macharetì, Boyuibe, Villamontes, Tiguipa, …Cuevo e Santa Rosa, nomi conosciuti attraverso i racconti di chi ci ha preceduto, ci sono apparsi come comunità reali, dove in ciascuna di esse Padre Francesco ha realizzato opere sociali (ospedali, scuole, poste sanitarie…) e restaurato chiese, anche con il nostro aiuto, ma soprattutto in virtù della sua fede e della sua perseveranza incrollabili.
La visita a Cuevo, dove ha amministrato le cresime, ha richiesto quasi un’intera giornata e abbiamo sentito in Padre Francesco una nota di nostalgia quando ci ha spiegato cosa aveva costruito e realizzato nei 17 anni che si è trattenuto in quella comunità, e quante persone aveva avvicinato, aiutato, confortato. La giornata si concludeva con la visita alla missione di Santa Rosa, che occupa un posto particolare nel cuore dei Frati Francescani della Provincia Toscana.  
Non possiamo tacere dell’emozione che abbiamo provato nell’entrare finalmente nell’orfanotrofio di Camiri e scoprire i volti dei bambini dei quali tante volte suor Grazia, nelle sue visite a Rignano, ci ha parlato e raccontato. Suor Grazia conosce la storia personale di ognuno di loro e i dolorosi motivi per cui, anche se non sono orfani nel senso proprio del termine, hanno dovuto lasciare le loro famiglie. Instancabile e amorevole, insieme a suor Alisena, si occupa ogni giorno delle necessità dei piccoli ospiti, della loro educazione e del loro futuro, e provvede alle necessità materiali dell’istituto con grande inventiva… oltre all’allevamento di maiali e polli, di cui eravamo già a conoscenza, ha messo su  anche l’allevamento di quaglie! Essere accolti con gioia, essere chiamati per nome, giocare insieme, far sorridere qualche faccino triste, entrare nelle loro camere, ci ha profondamente commosso ma nello stesso tempo ci ha confermato quanto è importante il contributo di molti nostri concittadini che attraverso le Adozioni a Distanza gestite da La Formica offrono a questi ottanta bambini.
…..Intanto si avvicinava la sera del 20 ottobre e si cominciava a cogliere gli eloquenti segnali della festa e dei festeggiamenti che si stavano preparando in città. La Messa è stata celebrata nella piazza antistante la cattedrale dove era riunito il popolo di Camiri, delle vicine parrocchie e i tanti Missionari. La lunga processione dei frati e dei Vescovi che ha aperto la cerimonia, i cui nomi venivano scanditi ad alta voce, ci ha introdotto nella solenne celebrazione.
Il Vescovo uscente, Mons. Leonardo Bernacchi, straordinario esempio di semplicità e umiltà francescana, ci ha commosso tutti con le sue parole ed è stato il momento più emozionante insieme a quello del passaggio del pastorale, gesto di alto valore simbolico e con il quale ha formalmente deposto nelle mani di Padre Francesco la guida del Vicariato. La festa è continuata per oltre un’ora, in stile prettamente boliviano con canti e balli da parte dei tanti ragazzi delle varie scuole di Camiri gestite dalle suore. Durante la nostra permanenza abbiamo conosciuto tanti testimoni della carità, i quali, in ogni ora, in ogni giorno dell’anno, mettono la loro vita al servizio degli orfani, dei malati degli affamati, dei carcerati, dei poveri e dei bisognosi, in un paese che è al primo posto nel mondo per povertà e mortalità infantile. Anche dopo 30 anni di missione, ogni mattina, riescono a “ripartire” con quell’entusiasmo e quella passione che solo una fede profonda, mai sbandierata, ma sempre molto evidente, riesce a rinnovare. 
Non possiamo descrivere in questo articolo ogni singolo incontro che in quei dieci giorni abbiamo vissuto (ricordiamo il Dott. Torres, Mons. Bernacchi e le tante suore e i frati delle varie Missioni Francescane, i bambini dell’orfanotrofio), ma ognuno di loro ha lasciato in noi un traccia profonda e ancora oggi, dopo un mese, la nostalgia di quelle persone, di quei volti, di quei luoghi è così intensa, le emozioni ancora così vive  che ci sembra di sentire forte il loro richiamo: abbiamo ancora molto da dirci … ritornate!!